Come nasce il Viaggio - La guerra dei pesci

Come nasce il Viaggio - La guerra dei pesci

Lo guarracino è una canzone che appartiene a Napoli fin dalla fine del Settecento, una tarantella di anonimo che narra lo scontro, ovviamente amoroso, tra un branco di pesci tutti diversi tra loro. “Il guarracino innamorato mette gli occhi sulla sardella fidanzata dell’alletterato. Ma si sa, i pettegolezzi allignano in ogni luogo. Nei grandi mari come nei piccoli paesi la gente mormora.

In questo caso la lingua velenosa è quella della patella che scatena la guerra tra i pesci. Una disputa che si estende a macchia d’olio e coinvolge sempre più contendenti divisi ormai in due fazioni contrapposte e sempre più accanite”.

L’inventiva tutta partenopea lascia poi un finale aperto, dal momento che il testo che è giunto fino a noi si conclude con l’autore impossibilitato a continuare perché gli viene a mancare lo sciato e si ritrova a chiedere al pubblico di offrirgli da bere a causa della secchezza del suo cannarone, il gargarozzo.

A giudicare dal tono e dalla velocità del testo e della musica, si può affermare che l’allora cantastorie che interpretava il brano arrivasse stremato alla fine dell’esecuzione, e che quindi avesse usato questo espediente testuale per aumentare il coinvolgimento del pubblico e, quindi, il suo apprezzamento nei confronti dello show [1].

Non è difficile immaginare come questo brano fin dalla sua nascita abbia fatto breccia nel costume popolare, diventando un antenato di quello che oggi chiameremo tormentone. Con la differenza, però, che questo sopravvive fino ai giorni nostri, arricchendosi di una serie di arrangiamenti e interpretazioni tutte diverse tra loro. Su un’allegra base di tarantella, una melodia di base molto semplice, si snocciola infatti un testo estremamente di fantasia, spassoso e pullulante di personaggi... c’è la bella Sardella, il giovane e volenteroso pretendente, il Guarracino, “l’anziana ruffiana che incoraggia l’incontro fra i due, la spiona e l’ex fidanzato geloso, infuriato per il tradimento in atto”, i dirimpettai, il parentame, i vari conoscenti, gli amici più cari e quelli più lontani. Tutti protagonisti dell’una o dell’altra fazione che, agguerrite e contrarie l’una a l’altra, alternano i rispettivi punti di vista e le accuse in uno sfrenante crescendo di trama.

Anche se più che la trama, a impressionare in questo testo è la diversificata e fantasiosa ambientazione che viene ritratta: la storia che potrebbe raffigurare un qualsiasi vicolo napoletano prende invece piede in fondo al Golfo di Napoli, con pesci, molluschi, treglie, trote, tonni, calamari, pesci spada, ostriche, vongole, aragoste e così via come protagonisti.

La vastità della fauna descritta ha incuriosito negli anni alcuni tra i più illustri studiosi, tra i quali anche Benedetto Croce nel 1923 e lo storico Gino Doria nel 1933, fino ad arrivare al prof. Arturo Palombi e alla biologa marina Maria Cristina Gambi che, nel 1990, ha riportato questi esemplari all’interno di uno studio scientifico individuandone la denominazione biologica. Si è finalmente scoperto, quindi, che il Guarracino altro non è che la bellissima castagnola nera [2].

Una castagnola che si fa sentire nella confusione, nella ressa dei protagonisti della canzone, e nel Viaggio di NeaCo’ tutto ciò non poteva che esprimersi attraverso il rap. Questo particolare genere musicale, derivato dal Rhythm & Blues, è una forma di oratoria musicale caratterizzata da “rima, discorso ritmico e linguaggio di strada”, ed è infatti eseguita o cantata in un’infinità di modi differenti, spesso sopra un beat (una base ritmica) o un accompagnamento musicale.

Abbreviazione di rapping (o rhyming, spitting, emceeing, MCing) ci troviamo qui di fronte ad uno stile espositivo formato da un contenuto, un flow (il ritmo e le rime) e una consegna (la cadenza, il tono attraverso il quale viene rappato), che spesso viene erroneamente confuso con l’hip hop nonostante le sue origini siano decisamente precedenti. Talmente retrodatate da essere annoverate addirittura nelle tradizioni dei griot dell’Africa occidentale (coloro che tramandavano tradizioni e genealogie per via orale, usando “le loro tecniche retoriche per spettegolare o elogiare o criticare le persone”).

Una pratica che nella cultura occidentale arriva fino al rap probabilmente attraverso l’interazione con il pubblico da parte di James Brown tra l’esecuzione di un brano e un altro, oppure mediante le famose provocazioni verbali di Muhammad Ali, fino alle poesie di The Last Poets (un gruppo di poeti e musicisti afroamericani militanti per i diritti civili negli Stati Uniti degli anni ’60). Testi e musica rap rimangono quindi fortemente connotati al “continuum storico nero”, mirando a rielaborare usi e tradizioni antiche attraverso un uso creativo e artistico del linguaggio, dello stile e delle strategie retoriche.

Si ritiene che il primo ad aver dato origine a questo stile, fatto di “rime sopra un tappeto musicale”, sia stato Anthony Dj Hollywood Holloway, proprio nel quartiere newyorkese di Harlem. Già dal suo acronimo si può notare come l’altra componente essenziale di questo genere sia il beat, la base musicale tipicamente realizzata da un Dj, turntablist o beatmaker (o addirittura cantata a cappella), che fa sì che il rap si posizioni all’interno di un’area grigia tra il discorso, la prosa, la poesia e il canto.

 

[1] Lo guarracino, un pandemonio nella tranquillità del mare, Enzo Abramo, Napolinpillole

[2] Storia della canzone: Lo guarracino, forum

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