Spesso, la memoria viene scambiata per musicalità. Io ho molta memoria.
C'è un aneddoto che mi riguarda. Lo racconta spesso il maestro Peppe Vessicchio.
Circa quindici anni fa, fui chiamato da lui a suonare come contrabbassista solista con l'orchestra sinfonica del D.I.M.I. in uno spettacolo sull'operetta.
Andammo in una sala prove al centro di Roma la mattina alle 10,00 e provammo una cinquantina di brani tratti dalle operette più belle del teatro musicale leggero.
I budget ridotti non permettono molti giorni di prova. La prova era quella mattina, il concerto quella sera.
Si sarebbe tenuto al teatro romano di Ostia antica.
In tre ore provammo una veloce lettura di tutto il repertorio.
Il pomeriggio alle 17,00 cominciò la prova dei suoni (sound check) e non ci fu il tempo per ripassare qualche brano.
Alle 21,00 in punto cominciò lo spettacolo.
Per ben tre volte, io sbagliai una nota e Peppe Vessicchio mi guardava sgomento e deluso. Io ero mortificato dagli errori.
A fine concerto, mi recai nel suo camerino. Come mi vide, disse:
– Aldo, cos'è successo? Di solito non sbagli mai ... Non ti sentivi bene? -
Solo in quel momento potei rivelargli la tragedia che avevo vissuto quella sera:
– Peppe, non volevo metterti ansia ma ... ecco ... gli spartiti di contrabbasso sono rimasti nella sala dove abbiamo fatto le prove stamattina -.
Avevo suonato cinquanta brani d'operetta a memoria avendoli letti solo una volta.
A me fa gioco che venga scambiata per musicalità ma è memoria ... solo memoria.
Aldo Perris
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